> SITO IN COSTRUZIONE <

Italiano | English

Aereoporto Alfredo Barbieri

Nel 1916 il Ministero della Guerra decise di adibire a campo di volo, per l’addestramento dei piloti militari, la pianura, denominata “Le Prata”, alla base dei Cornicolani nei pressi del borgo medievale di Montecelio.
Costruito rapidamente sotto l’incalzare degli eventi bellici, vi si svolse intensa attività di addestramento giungendo ad ospitare fino a cinquecento aspiranti piloti e istruttori di volo.
Il campo di volo fu successivamente intitolato ad Alfredo Barbieri, valoroso pilota morto in combattimento.
Alla fine della guerra, dopo un periodo di oblio, vi fu dislocata la Direzione Sperimentale dell’Aviazione Militare e alcuni laboratori di ricerca ospitati nella città di Roma, tra cui il Raggruppamento Aerostieri e Dirigibilisti di Roma e una Squadriglia Sperimentale. Venne così a costituirsi il primo nucleo di quell’attività di studio e sperimentazione aeronautica che lo avrebbe caratterizzato.
Negli anni Trenta dello scorso secolo il Campo di Montecelio diverrà famoso e glorioso nella storia dell’aereonautica mondiale per i numerosi record battuti dai suoi piloti, tanto che nel 1939 l’Italia deteneva 33 degli 84 primati previsti dalla Federazione Aeronautica Internazionale. Da citare il record di altezza del colonnello Mario Pezzi (17.083 metri con velivolo monomotore del 7 maggio 1937, ancora imbattuto) e della marchesa Carina Negrone (record femminile superiore ai 12.000 metri in cabina non pressurizzata). Da Montecelio partirono i famosi “Sorci Verdi”, i Siai- Marchetti SM. 79 che vinsero il raid Istres-Damasco-Parigi.
Attualmente l’aeroporto “Alfredo Barbieri” è sede del 60° Stormo “Volo a vela” dell’Aeronautica Militare e conserva nel suo interno ricordi e monumenti che, in un mondo aeronautico proiettato verso un futuro sempre più tecnologico, testimoniano il suo antico valore.